Walter Valentini
É una notte stellata. Ecco il progetto.
Ancona, Mole Vanvitelliana
a cura di Elena Pontiggia
regia dello spazio con Silvia Cuppini e Joan Martos
Comune di Ancona
catalogo Skira
Il visitatore costeggia, all’ingresso dello spazio espositivo, una impalcatura che si estende dal pavimento al soffitto, il cui senso viene svelato al termine del percorso. Superata la stanza delle geometrie originarie, uno specchio suggerisce al pubblico le due direzioni della mostra: il cielo, le costellazioni, il sistema solare sul piano di calpestio e le soglie, le porte sul soppalco. Le sculture, come meteoriti, affondano con il piedistallo in un piano di sabbia che è anche pavimento della ricostruita piazza ad ali del palazzo ducale di Urbino, dove Valentini ha compiuto la sua prima formazione. L’accesso al piano superiore, quello delle porte, è segnato in entrata e in uscita dalla riproduzione dell’arco di Traiano sul porto di Ancona e da quella di Augusto a Rimini. Le porte di Valentini sono portatrici di valori simbolici al pari dei grandi archi con cui i Romani hanno segnato le città dell’impero. Al termine del percorso, sulle impalcature, il visitatore può leggere il breve racconto di Tecla, narrata da Marco Polo al Kublai Kan nelle Città invisibili di Italo Calvino: Tecla è una città piena di impalcature e tutti gli abitanti sono impegnati nella sua costruzione. Chi chiede dove sia il progetto viene invitato ad attendere. Con l’arrivo della notte, con lo sguardo rivolto al cielo stellato giunge finalmente la risposta: Ecco il progetto.