Centro di Documentazione per la Scultura Contemporanea
Cagli, Palazzo Berardi Mochi-Zamperoli
curatore scientifico Loreno Sguanci
regia dello spazio con Silvia Cuppini, Alice Devecchi e Joan Martos
Comune di Cagli
In queste stanze di bozzoli e uova si sviluppa un museo che documenta le tappe di realizzazione della scultura.
I bozzoli sono contenitori del verme che si maturerà in farfalla, sono strumenti indispensabili di una metamorfosi,
di un cambiamento della forma e perciò più facilmente identificabili con il procedimento artistico destinato non a creare
ma a trasformare la materia, sono i contenitori ideali per esporre i disegni e i bozzetti, le fasi iniziali delle sculture.
L’uovo alimenta la crescita della forma. Rende visibile il concepimento di una nuova vita, è il contenitore pensato per
rappresentare l’idea iniziale di ogni progetto. L’idea nasce completa in ogni sua parte, è una luce improvvisa che squarcia il buio,
nasce come Minerva dalla testa di Giove già ricoperta dell’armatura: è l’idea dell’artista che prenderà forma visibile
attraversando le fasi del progetto e dell’opera definitivamente conclusa. L’idea si fa materia.
Sulla pianta ovoidale del torrione martiniano sono cresciuti i “pensieri spaziali” di Eliseo Mattiacci che ha saputo riunire
la progettualità della scultura nello spazio che già Francesco di Giorgio aveva simbolicamente collocato sulla testa del suo
uomo-città che compare nel primo foglio del suo trattato sull’architettura.